I pazienti presentati con uno STEMI e sottoposti a PCI in orari notturni oppure nel fine settimana non vanno incontro ad esiti peggiori rispetto a quelli giunti all’osservazione durante le normali ore di lavoro diurne. Lo ha rivelato lo studio CHAMPION PHOENIX, condotto su 1.992 pazienti con STEMI da Senthil Selvaraj del Brigham and Women’s Hospital di Boston, secondo cui i diversi studi che avevano suggerito esiti peggiori per i pazienti presentati in orari a basso flusso si basavano eminentemente su dati registrati, mentre il presente studio è stato effettuato in un contesto ampio, internazionale e randomizzato, portando quindi a risultati più affidabili.
Questi risultati suggeriscono che le recenti iniziative per il miglioramento qualitativo, come la Missions Lifeline Initiative, hanno avuto un impatto positivo. La PCI durante gli orari a basso flusso viene anche effettuata in meno tempo rispetto a quanto accade negli orari diurni, probabilmente a causa del fatto che il laboratorio di cateterizzazione è più libero e sussistono meno ritardi nei movimenti.
Si tratta comunque di dati rassicuranti, che suggeriscono che gli esiti della rivascolarizzazione per la STEMI non dipendono dalla tempistica della presentazione. Si tratta di informazioni importanti, dato che gli studi precedenti suggerivano una differenza di efficacia. L’ulteriore raccolta di dati sulla trombosi dello stent e sulla rivascolarizzazione guidata dall’ischemia mostra esiti importanti della PCI che non erano diffusamente disponibili negli studi precedenti. (J Am Coll Cardiol online 2016, pubblicato il 30/8)